Until November 17 2010 there’s an exhibit in Siena that looks interesting: “Architettura nelle terre di Siena. La prima metà del Novecento”. 100 drawings and plans that explore ecclecticism, rationalism, art deco/ Liberty style and more – at the Complesso Museale Santa Maria della Scala.

Mazzoni, 1933: Stazione ferroviaria di Siena: veduta verso il lato Empoli
Mazzoni, 1933: Stazione ferroviaria di Siena: veduta verso il lato Empoli

From the press release:

Il progetto, realizzato in quasi tre anni di lavoro, si propone di valutare in modo sistematico il portato della sperimentazione architettonica a Siena e in provincia nella prima metà del XX secolo. Dopo il censimento degli edifici più significativi e della documentazione ad essi relativa, è stato affrontato il lavoro degli architetti attivi in quegli anni, ricostruendone il percorso professionale. Dopo una prima presentazione in occasione di una giornata di studi tenutasi il 21 marzo 2009 presso il Palazzo delle Poste di Siena, gli studiosi coinvolti sono stati chiamati a produrre contributi e approfondimenti scientifici, che ora trovano degno spazio nel ricco e articolato catalogo che chiude il percorso di ricerca.

L’esposizione presenta oltre cento disegni d’architettura, spesso di grande bellezza grafica, che vengono per la prima volta esposti al pubblico. Molte delle opere, infatti, provengono da collezioni poco note o difficilmente accessibili come: l’Archivio della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, l’Archivio Storico del Comune di Siena, l’Archivio del MART di Rovereto, o collezioni private quali l’Archivio Marchi di Roma e l’Archivio Chierici di Torino.

Dall’Eclettismo al Liberty, dal Novecento al Déco, dal Razionalismo allo “stile littorio”, il percorso permetterà di indagare l’attività di personalità artistiche di rilievo a livello nazionale e non solo, attive in città e sul territorio nella prima metà del XX secolo, come, ad esempio, Virgilio Marchi, che per dieci anni diresse l’Istituto d’Arte di Siena, e Angiolo Mazzoni, a cui si deve la realizzazione della Stazione di Siena, fino a scoprire una nutrita schiera di solidi professionisti locali, i quali, sotto il segno di un ineludibile confronto con la tradizione, intrattengono con la modernità rapporti complessi e sottili, talvolta contraddittori.

Ne emerge una situazione tutt’altro che univoca, solcata da inquietudini e fermenti, fatta di slanci in avanti e recupero integrale di un passato idealizzato, che getta nuova luce sulla produzione architettonica di un territorio apparentemente poco disposto ad accogliere le novità e quasi prigioniero del suo “sogno medievale”.

“Architettura nelle terre di Siena. La prima metà del Novecento”

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